Il modello di riferimento del Metodo SaM (Sense and Mind)
Il SaM (Sense and Mind) è un Metodo riabilitativo che pone l’accento sull’unità mente-corpo, avendo come quadro teorico di riferimento l’embodied cognition. L’intervento riabilitativo tramite il metodo SaM parte dal corpo e dal movimento; lo spazio del corpo è quindi inteso come primo strumento della conoscenza. Attraverso modalità di intervento orientate al processo esecutivo e attività task oriented strutturate, il metodo consente di usare l’esperienza sensorimotoria per giungere a livelli di astrazione anche molto complessi, fino alla metacognizione. Si lavora nello specifico sulla integrazione multimodale e sulla costruzione e manipolazione delle immagini mentali motorie e visuo spaziali, in modo diretto o indiretto. L’impianto teorico è ampio e si avvale di fondamentali apporti storici, dell’esperienza clinica e dei dati delle neuroscienze.
Il Metodo SaM si situa storicamente all’interno della tradizione educativa e riabilitativa italiana che considerava il corpo come motore della conoscenza (M. Montessori, I. Terzi), della tradizione neuropsicologica che fa riferimento alla riabilitazione del processo esecutivo, cioè all’attivazione delle differenti funzioni esecutive richieste per l’esecuzione del compito (L. Rahmani), e della impostazione biopsicosociale (C. Morosini).
I dati più recenti delle neuroscienze vengono assunti alla base del modello teorico del metodo, nello specifico i dati sulla embodied cognition, sul movimento volontario, sulla mappatura degli spazi, sulle immagini mentali, sulle funzioni esecutive e sugli aspetti temporali.
La embodied cognition è il riferimento principe del metodo, che interviene sul corpo che si muove negli spazi per proseguire, attraverso fasi strutturate, fino a operare sulla manipolazione delle immagini mentali, sull’astrazione e sulla metacognizione, integrando il linguaggio verbale.
Il SaM interviene sugli spazi, nella loro accezione di funzione cognitiva fondamentale del movimento e di spazi di relazione, e sulle funzioni esecutive già a livello di programmazione dell’azione, con attività diverse, che vengono usate per la loro struttura di base. Rientra fra gli approcci cognitivo-motori higher-order e ogni attività proposta viene vista in ottica spaziale, tenendo costantemente conto degli aspetti temporali, importanti per la neuroplasticità e gli apprendimenti. L’intervento prevede la esecuzione di task motori, con il fine prioritario di sviluppare la capacità di mappare dinamicamente i diversi spazi, personale, peripersonale, extrapersonale lontano e noicentrico, con attenzione agli aspetti temporali di successione, durata, sincronia e struttura ritmica. Lo sviluppo o il ripristino di tali capacità vengono attivati intervenendo sulle differenti funzioni esecutive coinvolte nell’attività proposta, da quelle di base, come la memoria di lavoro, fino a quelle più complesse, come ad esempio la capacità di verifica esplicita di quanto è stato eseguito. La modalità di esecuzione delle attività, che prevede la possibilità di intervenire per fasi successive con una integrazione multimodale, è volta a indurre il passaggio dalla esperienza sensorimotoria alla costruzione e manipolazioni delle immagini mentali, motorie o visuo-spaziali, fondamentali per l’astrazione. Il metodo prende quindi come riferimento acquisizioni neurofisiologiche attualmente condivise, e interviene sul comportamento motorio partendo dai “mattoni”, cioè dalle esperienze sensorimotorie.